partire.non importa come ne dove,"piantare tutto",fuggire,evadere,lontanissimi dagli obblighi,dal grigiore quotidiano che sempre si ripete,imboccare la strada o la pista.lontano dall'incessante cadere di questa pioggia,lontano.
si rilegge kerouac,ci si rammenta di saint-exupery,si ritrova moravia.
non esiste una sola strada.non esiste una pista tipo.
siano esse di sassi o sabbiose,corrono attraverso il chott e le dune,gli oued ed i djebel,sui grandi reg e sugli hammada,alla ricerca di un orizzonte che sempre si sottrae dal finire in uno sguardo.
il nasto sottile delle piste si srotola in percorsi imprecisi e fantastici.poi i "binari"si incrociano e si rincrociano all'infinito,in quell'infinito dappertutto onnipresente ...ossessione di chi ha ancora voglia di partire.
mercoledì 27 gennaio 2010
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